D.D.L. “Terra mia” – Pino Daniele e la tutela penale dell’ambiente


Un omaggio a Pino Daniele, ma anche una concreta proposta di sostanziale riforma della tutela penale ambientale in alcuni suoi gangli: questo, in sintesi, il disegno di legge “Terra mia”, che introduce modifiche al Codice penale, al cosiddetto Testo Unico Ambiente (d. lvo 3 aprile 2006, n. 152), al cd. Codice antimafia (d. lvo 6 settembre 2011, n. 159) e alla normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti (d. lvo 8 giugno 2001, n. 231).
Lo spettro delle norme coinvolte è assai ampio, com’è evidente.
Tra le più significative, ve ne sono due in ambito di gestione di rifiuti: 1) trasformazione in reato dell’abbandono di rifiuti, oggi mero illecito amministrativo, a meno che non venga commesso nell’esercizio di un’attività d’impresa; 2) trasformazione in delitto della discarica non autorizzata, oggi mera contravvenzione.
Anche i “semplici cittadini” possono recare grave danno all’ambiente e alla salute pubblica – come, in effetti, fanno in casi ormai tutt’altro che residuali, specie in alcune zone: questo pare il limpido principio ispiratore delle riforme su citate.
Non si può che condividere, se si vuol chiudere il cerchio della tutela penale effettiva dell’ambiente anche verso il basso, dopo che 5 anni fa lo si è aperto con la legge ecoreati.

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