Agrobiodiversità, varietà orticole “libere”, società benefit – Prove tecniche di nuovi modelli di produzione sostenibile
Questo è un blog che si occupa di tutela dell’ambiente e di sicurezza alimentare con un approccio non dottrinario, come i suoi lettori avranno già colto. O, quantomeno, non solo con quello. Questo blog sostiene la sostenibilità, in tutti i suoi profili. Quindi, non poteva non occuparsi anche di quei soggetti imprenditoriali che hanno fatto questa scelta di campo anche nell’esercizio della loro attività produttiva e lavorativa. Anzi, a dirla tutta, non poteva non simpatizzare con costoro. Da oggi, si darà la parola anche a queste realtà, in prima persona. Non saranno spazi pubblicitari concessi surrettiziamente ad aziende “sponsor”. Se e quando su Cibo Diritto dovesse arrivare la pubblicità, questo accadrebbe alla luce del sole. La rubrica che si inaugura oggi (e a cui, prima o poi, bisognerà pur dare un nome) consiste in uno spazio che Cibo Diritto, in assoluta indipendenza e gratuità, mette a disposizione di realtà economiche e produttive – di solito, molto piccole – che reputa, in modo del tutto discrezionale, particolarmente meritevoli di attenzione. Di solito, perché questi soggetti, oltre a perseguire il sacrosanto obiettivo di una giusta remunerazione del loro lavoro, mirano anche ad altre finalità, che si potrebbero definire, senza particolare rischio di retorica, “civili”. Oggi si inizia con la Ex Terra S.r.l., società benefit. La illustra uno dei suoi fondatori, Valerio Tanzarella, che si presenta così.
Idealista, irrequieto e curioso, Valerio Tanzarella è stato definito da una giornalista come “un gentiluomo dell’Ottocento”, definizione che il nostro ritiene simpaticamente azzeccata. In gioventù ha svolto la professione di avvocato, prima nell’ufficio legale di una nota società cinematografica e, a seguire, presso un quotato studio legale. Dopo attenta riflessione, ha deciso di tornare nella terra natia rivoluzionando la sua esistenza. Attualmente cogestisce una società che punta al recupero ed alla trasformazione di varietà orticole rare. Quando non scorrazza nei campi, si occupa anche di docenze presso enti di formazione. Le sue letture giuridiche adesso sono affiancate da testi di agronomia. Ha finalmente trovato l’amore e, salvo ripensamenti della sua dolce metà, si sposerà a breve. Di se stesso può finalmente dire che adesso gli piace vivere, vivere veramente, non puramente trascorrere i giorni. Reso edotto dalla sua memoria che l’ultima proposizione è tratta da un’opera di Hemingway, se n’è infischiato e l’ha scritta comunque nella certezza che non sarà citato per plagio.
Dopo alcuni anni trascorsi in campo a coltivare, studiare e classificare decine e decine di varietà di ortaggi rari, inusuali e cosiddetti antichi, abbiamo costituito la Ex Terra S.r.l. sotto forma di società benefit.
Senza entrare troppo nel dettaglio, è sufficiente dire che le società benefit perseguono obiettivi etico-sociali che vanno al di là della mera distribuzione di utili.
Quali possono essere le finalità etico-sociali perseguite da quattro agricoltori ed al contempo studiosi che sono alla ricerca costante e continua di varietà orticole cosiddette “libere”, cioè sulle quali non possano essere vantati diritti di proprietà intellettuale? In primis quelle di tutela e condivisione della biodiversità e, più nello specifico, dell’agrobiodiversità.
Così, dal 2016, ha avuto formalmente inizio la nostra entusiasmante avventura.
Chi non è addetto ai lavori forse si starà ponendo alcune domande.
Innanzitutto cosa si intenda con varietà “libere” e quali siano le differenze con le restanti.
Ma anche chi è del settore spesso ci chiede in cosa consista concretamente la nostra attività e quali siano le prospettive occupazionali e reddituali per chi, come noi, svolge un lavoro che non è facilmente tipizzabile e richiede competenze eterogenee.
Se vogliamo, anche la nostra attività, paradossalmente, è frutto della Rivoluzione verde degli anni ‘60, ossia di quel sistema basato sull’applicazione spinta dei sistemi industriali al mondo dell’agricoltura.
Se è vero che da allora si assiste al triste fenomeno dell’erosione genetica che ha fatto scomparire migliaia di varietà orticole antiche e “libere”, è altrettanto vero che oggi c’è una riscoperta dei sapori, della genuinità e delle varietà di un tempo. Si cercano ortaggi e prodotti sani e ricchi dal punto di vista nutraceutico. Chi acquista chiede unicità, tradizione e tipicità.
E’ in questa fase che entriamo in gioco noi facilitando il compito di chi si affaccia nel mercato ed intende proporre varietà di ortaggi dimenticate, ormai soppiantate nel corso degli anni da quelle ottenute in laboratori di ricerca e soggette a proprietà intellettuale.
La Ex Terra attualmente fornisce consulenza alle aziende che intendono coltivare e commercializzare le varietà già testate e studiate nei suoi terreni ed ha come modello l’agricoltura naturale fondata sui concetti di zero chimica e consociazione. La medesima società ha già condotto
test di trasformazione e/o conservazione degli ortaggi biodiversi di cui dispone (in particolare pomodori) ed ha il necessario know-how per proporre prodotti innovativi e comunque diversi anche grazie alle varietà orticole di partenza.
Non dimentichiamoci che l’Italia dispone ancora di un patrimonio di biodiversità da fare invidia al resto del mondo.
Molto spesso basta un pizzico di lungimiranza mescolata con la voglia di sperimentare le varietà antiche per rendersi unici e, come tali, ricercati.
Noi, ad esempio, siamo stati contattati dal Regno Unito, Austria, Stati Uniti, Albania, Francia, Germania, Perù, Argentina, Australia e altre nazioni. Sono tutti alla ricerca di semi e di prodotti. Al momento non riusciamo a soddisfare le richieste di tutti e spesso dobbiamo rispondere: “Sorry, it’s unavailable”.
Ma non è tutto rose e fiori.
Non ci soffermeremo sui paradossi della burocrazia e sulle zavorre che quotidianamente rischiano di rallentare il lavoro di chi opera nel settore agricolo. Il tema è – come si dice – caldo e c’è chi sa rappresentare le relative problematiche meglio di noi.
Vogliamo invece raccontare quella che è per noi la vera difficoltà, il vero enorme limite che frena lo sviluppo in questa area: l’individualismo, un individualismo che ci rende deficitari sotto il profilo organizzativo e che erode la competitività del settore. Fare squadra è difficile così come non è facile superare la diffidenza quasi ancestrale che talvolta caratterizza i contadini e gli imprenditori agricoli della zona.
Ma queste difficoltà non ci frenano.
Per quanto ci riguarda la direzione è ormai tracciata e, quel che sembra un ritorno al passato, si fa in realtà annuncio del futuro.
Valerio Tanzarella
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