Allevamenti intensivi, pesticidi, inquinamento ambientale, stragi di api: l’economia circolare insostenibile
Ci risiamo: un’altra strage di api.
Stavolta in quantità e in forme che impressionano: 8-9 milioni di esemplari di questi fondamentali insetti morti in Lombardia.
Nei casi più gravi i corpi delle api morte, ammassati davanti alle porte di volo dell’arnia, bloccavano l’uscita delle api facendo morire per asfissia il resto dell’alveare.
Anche stavolta ci sono degli indiziati. Hanno nomi complicati, ma li si riconosce subito: indoxacarb e chlorantraniliprole. Sono sostanze a base di vari insetticidi, comunemente usati su mais e altre colture; spesso destinate all’alimentazione degli animali negli allevamenti intensivi.
Le stesse coltivazioni che dilagano in quella zona e circondano gli alveari dove vivevano le povere api.
Gli apicultori hanno sporto denuncia alla Procura della Repubblica.
Oggi c’è un reato che può tutelarli: loro e le loro api; almeno quelle sopravvissute. E’ quello di inquinamento ambientale.
Un Pm di Udine lo sta applicando in un’altra brutta storia simile.
E’ una delle poche note confortanti di una legislazione, come quella sui pesticidi, che presenta sanzioni praticamente virtuali.
E – come accade sistematicamente, specie in ambito ambientale – sanzioni virtuali alimentano crimini e danni reali; spesso enormi.
Com’è accaduto alle api lombarde.
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