Cresce l’agropirateria. Dispersa la riforma dei reati agroalimentari


Secondo una recente rilevazione di due agenzie di informazione, tra i reati che non accennano a calare ci sono le contraffazioni alimentari

Calano i reati denunciati in Italia nel triennio 2017-19; quelli non denunciati, ovviamente, sono una cifra oscura. Quasi tutti. Tranne alcuni tipi. Tra i quali ci sono quelli in materia di contraffazione; anche alimentare, vinicola in particolare. Insomma, cresce l’agropirateria. Il tutto mentre risulta di nuovo letteralmente dispersa la riforma dei reati agroalimentari.

E’ quanto emerge da un’analisi condotta da due agenzie informative, Adnkronos e Expleo, che hanno tracciato le tendenze sui reati cosiddetti minori sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Interno.

Per quanto riguarda le contraffazioni in ambito enoalimentare, in realtà non c’era bisogno di particolari conferme. Erano già sufficientemente eloquenti in tal senso i rapporti dell’ICQRF, la cosiddetta “repressione frodi”, che snocciola annualmente il bollettino delle aggressioni di natura fraudolenta al patrimonio alimentare nazionale: la cosiddetta “agropirateria”, sopra citata, cui ormai va associata pienamente “l’enopirateria”.

A fronte di tutto ciò, c’è un disegno di legge sulla riforma dei reati agroalimentari che potrebbe costituire un serio strumento di contrasto a questi fenomeni criminosi ormai sistemici.

Se non fosse che, come si accennava sopra, esso risulta nuovamente arenato, per non dire dissolto, nelle secche parlamentari, più precisamente della Commissione Giustizia della Camera.

Tutto ciò nonostante la crescente sensibilità dell’opinione pubblica intorno a questo tema nevralgico, che ha avuto una sua significativa espressione nell’appello per l’approvazione di questa legge sottoscritto qualche mese fa da un vasto fronte di personalità e associazioni – tra cui c’era anche questo blog.

La conclusione è facile: per il legislatore di questo paese colmare il vuoto di tutela dello stesso patrimonio alimentare nazionale, evidentemente, non è una priorità.

Toccherà farsene una ragione alle vittime, più o meno potenziali, di questa poco esaltante situazione: ossia a consumatori e aziende oneste.

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