Effetto deriva pesticidi: come ci si difende?
Una recente ricerca di un’associazione di medici fornisce l’ennesima conferma: la diffusione a distanza delle sostanze tossiche usate nei trattamenti con fitofarmaci è un fenomeno troppo spesso fuori controllo. Le conseguenze di rischio, se non proprio di danno, sull’ambiente e sulla salute delle persone sono ancora troppo sottovalutate, nonostante evidenze scientifiche che si accumulano. Sottovalutate soprattutto dai decisori politici e amministrativi nazionali, ancora clamorosamente inadempienti rispetto a un fondamentale obbligo sancito dalla normativa europea: il Piano d’azione per l’utilizzo sostenibile dei pesticidi, della cui bozza di riforma non si hanno più notizie da tre anni. Ma nel nostro ordinamento ci sono, comunque, strumenti di tutela a disposizione delle persone esposte alla piaga della deriva dei pesticidi: basta solo saperli usare.
Indice
Effetto deriva pesticidi: cos’è e cosa hanno accertato i medici veronesi
Effetto deriva pesticidi: novità dall’Unione Europea
Uso sostenibile dei pesticidi: un regolamento al posto della direttiva vigente, per scavalcare gli Stati inadempienti
Effetto deriva pesticidi e piani d’azione nazionali: il Belpaese in cima alla lista nera
Effetto deriva pesticidi: gli strumenti di tutela, comunque, ci sono. Basta saperli usare
…. in particolare nell’ordinamento italiano
Effetto deriva pesticidi: cos’è e cosa hanno accertato i medici veronesi
“I giardini privati sono inquinati: nessuno lo sa, non ci sono avvisi o informazioni da parte di enti pubblici, amministrazioni, associazioni di categoria degli agricoltori. Molto probabilmente senza che gli agricoltori stessi abbiano coscienza della portata ambientale della loro attività.”
Così scrive1 la sezione veronese dei Medici per l’Ambiente (Isde) in merito a uno studio scientifico ultimato di recente da un gruppo di lavoro degli stessi medici veneti. Studio finalizzato a capire quale sia l’impatto dell’agricoltura veronese sull’ambiente e quindi sulla salute umana e, più precisamente, a descrivere e quantificare il il cosiddetto “effetto deriva” , ovvero la diffusione a distanza delle sostanze usate nei trattamenti con fitofarmaci.
Lo studio consisteva nel “testare le erbe e le foglie dei giardini privati, più o meno lontani dai campi coltivati”. In particolare, “si sono scelti 44 punti dislocati in tutta la provincia veronese, ben rappresentativi delle varie tipologie di prodotti coltivati, e in una giornata della fine di luglio scorso sono stati realizzati i campionamenti.”
I dati emersi dalla ricerca sono illuminanti: “su 44 punti ben 41 rivelavano presenza di pesticidi, in numero variabile da 1 a 7 per ogni campione. Compresi i punti in centro città e nella zona montana di Lessinia, dove non ci sono coltivazioni.”
Da qui, le conclusioni tratte dai medici veronesi riportate in apertura di questo pezzo.
Effetto deriva pesticidi: novità dall’Unione Europea
Di effetto deriva, e in particolare di tutela legale da questa subdola minaccia per l’ambiente e la salute umana, su questo blog mi sono occupato più volte: l’ultima meno di tre mesi fa2, in seguito a una richiesta di consulenza che avevo ricevuto da una persona afflitta dallo stesso problema.
E’ il caso di riprendere quell’articolo, per evidenziare quello che è cambiato in questi tre mesi rispetto al quadro normativo lì tracciato (assai poco) e ciò che, invece, è rimasto identico a se stesso (tutto il resto).
Le uniche novità degne di nota arrivano, ancora una volta, dal livello unionale.
Nella primavera scorsa, la Commissione Europea aveva rinviato a data da destinarsi la presentazione delle nuove direttive per dimezzare l’uso dei pesticidi nella Ue, che si attendeva per il 23 marzo, a causa dell’ “incertezza geopolitica generalizzata”, con chiaro riferimento all’invasione russa dell’Ucraina e alla guerra che ne è scaturita.
La decisione dell’esecutivo europeo aveva fatto temere il peggio in ordine alla tenuta del Green Deal e, in specie, del suo obiettivo di riduzione del 50 per cento dell’utilizzo dei pesticidi nell’Unione europea entro il 2030.
A giugno, invece, la stessa Commissione è tornata perentoriamente sul tema, rilanciando, con le proposte di due nuovi regolamenti in questa materia.
Il primo riguarda il “ripristino della natura” e mira ad attribuire agli Stati membri obiettivi giuridicamente vincolanti in vari ecosistemi, anche dove si svolge attività agricola, a integrazione delle normative esistenti. L’obiettivo è far sì che le misure di ripristino coprano almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Ue entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
Uso sostenibile dei pesticidi: un regolamento al posto della direttiva vigente, per scavalcare gli Stati inadempienti
La seconda proposta è quella direttamente rilevante rispetto al tema di questo articolo: sostituire la Direttiva per l’uso sostenibile dei pesticidi3 con un regolamento.
Intuizione, quella dell’esecutivo UE, fondata su una macroscopica evidenza: molti Stati membri hanno adottato Piani di azione nazionale – previsti dalla stessa direttiva su citata – poco incisivi e troppo disomogenei, che hanno fatto conseguire progressi di scarso rilievo nello sviluppo della cosiddetta difesa integrata e, soprattutto, nella riduzione dei prodotti fitosanitari chimici.
La trasformazione della Direttiva in Regolamento dovrebbe comportare un cambio di passo – per non dire di direzione – rispetto allo scenario poco esaltante descritto sopra, per la semplice ragione che, nell’ordinamento comunitario, il regolamento è direttamente applicabile in tutti gli Stati membri, a differenza della direttiva; quindi, non richiede particolari forme di collaborazione da parte delle stesse entità statali.
Effetto deriva pesticidi e piani d’azione nazionali: il Belpaese in cima alla lista nera
Inutile specificare che tra gli Stati che non si sono proprio coperti di gloria in ambito di utilizzo sostenibile dei pesticidi c’è l’Italia.
Il Piano d’azione nazionale italiano per l’utilizzo sostenibile dei pesticidi è scaduto nel febbraio 2109, tre anni e mezzo fa.
Con congruo ritardo, i ministeri competenti presentarono una bozza di nuovo piano e la sottoposero alla consultazione popolare prevista dalla Direttiva europea.
Consultazione che, pur non avendo coinvolto proprio moltitudini, aveva comunque prodotto un dibattito serrato e, soprattutto, proposte di modifica e integrazione della bozza da parte dei vari portatori di interessi che vi avevano partecipato.
Chiusa la fase della partecipazione, nell’ottobre del 2019, la bozza di piano è letteralmente scomparsa da tutti i radar. Senza che, in sede ufficiale, nessuno si faccia sfiorare dalla tentazione di fornire qualche parola di spiegazione sui motivi di questo lievissimo inadempimento di enti e organi statali rispetto a obblighi cogenti sanciti in capo allo stesso Stato italiano dalla normativa europea.
Un’omissione di atti d’ufficio, né più né meno.
Tanto che, qualche mese fa, la Commissaria Europea per la salute e la sicurezza alimentare, all’esito di un’istruttoria disposta a tal fine, dichiarò che “sia il ritardo nell’adozione del piano d’azione nazionale iniziale che il persistente ritardo nell’adozione del piano d’azione nazionale riveduto costituiscono violazioni dell’articolo 4 della direttiva 2009/128/CE.”
Effetto deriva pesticidi: gli strumenti di tutela, comunque, ci sono. Basta saperli usare
Nonostante questo quadro sconfortante, però, devo ripetere anche in quest’occasione quanto rispondo a chi mi pone specifiche domande e richieste di consulenza sul punto: i cittadini europei, ma soprattutto quelli italiani, a fronte della minaccia pesticidi possono contare su strumenti di tutela della loro salute e dell’ambiente di difficile utilizzo e di incerta efficacia, certo: ma non inesistenti.
Stesso discorso vale per alcune specifiche categorie di imprenditori che vedono le loro attività economico – produttive altrettanto messe a repentaglio dall’effetto deriva: si pensi, per tutti, ai produttori agricoli biologici.4
Per quanto a maglie larghe, e anche parecchio sfilacciate, esiste comunque un apparato di tutela di natura internazionale, sovranazionale e nazionale.
Solo per fare qualche esempio, tra i più significativi: esiste il diritto al rispetto della vita privata e familiare sancito dalla Convenzione Europea per i diritti dell’Uomo (CEDU)5 e tutelato dalla relativa Corte Europea. Il diritto, per intenderci, a base delle recenti, ulteriori, condanne dello Stato italiano da parte della Corte Europea per i Diritti Umani per la vicenda Ilva di Taranto.
…. in particolare nell’ordinamento italiano
Ma, come si accennava, esiste anche un livello nazionale della tutela.
Nonostante tutti i buchi neri normativi e soprattutto di volontà istituzionale di affrontare sul serio questo problema sempre più grave e di garantire alle persone il diritto a vivere in casa loro senza preoccupazioni, il nostro ordinamento nazionale non è disarmato di fronte a fenomeni come l’esposizione continua e incontrollabile ai pesticidi.
Gli strumenti ci sono, anche se sono generali e più complicati da utilizzare: vanno cercati nelle norme, civili e penali, a difesa dell’ambiente e della pubblica incolumità.
Per esempio, nel codice penale, che contiene un reato come quello di “getto pericoloso di cose”6.
Ci sono tutte le ragioni per pensare che queste norme si applichino anche in questo campo; anche contro questa forma di aggressione all’ambiente e alla salute pubblica.
Specie in uno Stato che ha introdotto, appena qualche mese fa, nella sua Costituzione una norma che lo obbliga a tutelare “l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.”7
E, soprattutto, un’altra che sancisce che l’iniziativa economica privata “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”8
Avv. Stefano Palmisano
Se hai problemi con l’effetto deriva dei pesticidi nella tua abitazione o nella tua azienda biologica, contattami: palmi.ius@avvstefanopalmisano.it
1https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/08/03/effetto-deriva-i-pesticidi-in-agricoltura-arrivano-nel-giardino-di-casa/6751733/
3Direttiva 2009/128/CE
4Ai gravi effetti di danno costituiti dall’effetto deriva dei pesticidi sull’agricoltura biologica, ho dedicato vari approfondimenti in questo blog. In particolare, mi sono occupato degli specifici strumenti di tutela delle produzioni dal rischio pesticidi contenuti nella legge sul bio di recente approvata dal Parlamento: https://cibodiritto.com/effetto-deriva-dei-pesticidi-nel-ddl-sul-bio-primi-strumenti-di-contrasto/
5Art. 8 CEDU
6Art. 674 c.p.
7Art. 9 Cost.
8Art. 41 Cost.
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