Il glifosato e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea – Prosegue la giurisprudenza “Roundup ready”


Il glifosato resiste a un’altra sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, emessa appena 5 giorni fa.

E, ancora una volta, grazie a un approccio giuridico dei giudici del Lussemburgo quantomeno formalistico.

Stavolta è stato il caso di un ricorso di un’associazione italiana contro il regolamento della Commissione di rinnovo dell’autorizzazione a esser liquidato come irricevibile.

L’assunto di fondo della Corte è che “l’asserita mancanza, nel diritto italiano, di rimedi giurisdizionali effettivi contro atti nazionali che hanno proceduto al rinnovo delle autorizzazioni di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosato non è idonea” a far dichiarare ricevibile il ricorso; quindi a consentire, finalmente, un esame giurisdizionale nel merito del provvedimento di autorizzazione di quella sostanza. Che la IARC ha qualificato come “probabilmente cancerogena per l’uomo”.

Valutazione che gode di ripetute conferme: come quella data da una recente meta-analisi dell’Università di Washington che “suggerisce un legame convincente tra esposizioni al glifosato e aumento del rischio di linfoma non Hodgkin”.

Ma evidentemente per scalfire la normazione e la giurisprudenza “Roundup ready” dell’Unione Europea ci vuole ben altro.

Ora si tratta solo di capire cosa

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