La terra, la sua giornata, i doni che non riceverà neanche quest’anno


Quando Sebastião Salgado, uno dei più noti fotografi al mondo, tornò a Minas Gerais, nel sud-est del Brasile, dopo anni di lontananza dalla sua terra, al posto del paradiso tropicale che ricordava trovò alberi abbattuti, fauna scomparsa, biodiversità distrutta. Una specie di ecocidio.

Da quella infausta scoperta, fece nascere un progetto straordinario: ricostruire quel posto, la sua natura, la sua bellezza con la piantumazione di alberi, il ripopolamento della fauna, l’educazione ambientale e la ricerca scientifica.

Correva l’anno 1998.

Oggi, a quasi un quarto di secolo dall’inizio di quell’avventura titanica, Salgado e la moglie hanno ridato vita a ben 17.000 ettari di foresta, piantando più di 2 milioni di alberi di oltre 290 specie differenti e facendo tornare insetti, uccelli e pesci.

E’ stato il loro dono alla terra.

Oggi è la 51° Giornata della terra.

Forse, per celebrarla degnamente anche ognuno di noi potrebbe, dovrebbe pensare di portare qualcosa in dono alla festeggiata, pur senza arrivare al livello del regalo di Salgado.

A me, per esempio, dato il mestiere che faccio e la materia che tratto quotidianamente – il diritto – viene da pensare che, in questo paese, per la 52° ricorrenza, un apprezzabile cadeau potrebbe essere l’approvazione di qualche buona legge: sul consumo di suolo, sull’agricoltura biologica, sull’agricoltura contadina; o quella di un serio Piano d’azione nazionale per l’utilizzo sostenibile dei pesticidi. Tutte normative che si attendono, che la terra attende, da molto, troppo tempo.

Forse sarebbe un dono un po’ gretto; sarebbe un tentativo di risarcimento, tecnicamente, più che un dono.

Forse, a fronte delle emergenze e dei disastri che questo pianeta subisce quotidianamente, in ogni dove, sarebbe ben poca cosa.

Ma sarebbe sempre meglio, molto meglio, di un’altra Giornata della terra in cui le si donano solo parole.

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