L’Agenda 2030 dell’Alto Adige – Prove tecniche di sostenibilità applicata al vino
“Ridurre la quantità di residui nelle uve e nel vino, ottimizzando al tempo stesso la difesa dell’ambiente e degli utilizzatori dei prodotti. […] Il programma di difesa fitosanitaria riduce i principi attivi ammessi […]”
E’ un estratto dal documento “L’Agenda 2030 del Consorzio Vini Alto Adige”, ossia un “programma di difesa fitosanitaria vincolante per tutte le aziende agricole.”
Gli esperimenti istituzionali di vigneti e vini sostenibili nel nord Italia, quindi, proseguono, dopo i protocolli di Conegliano e della Franciacorta.
Il metodo altoatesino, a prima vista, somiglia più a quest’ultimo che al primo sotto un fondamentale profilo: quello delle garanzie di effettività delle nuove regole. Si legge, infatti, che “qualora dai controlli emergano delle irregolarità, il viticoltore interessato sarà tenuto a frequentare dei corsi di aggiornamento, e se ci saranno violazioni gravi, le sanzioni saranno più aspre.” Anche se nel merito di queste sanzioni ancora non viene anticipato nulla. Infine, va evidenziata un’ultima previsione del protocollo tirolese: “vietato l’uso di erbicidi sintetici nei filari sottovigneto, in modo da non pregiudicare la sintesi naturale dei nutrienti nel suolo.”
Il che vuol dire anzitutto bando del famigerato glifosato, che è un’altra ottima idea.
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