L’agroalimentare italiano ai tempi del Coronavirus
L’epidemia di Coronavirus, oltre a provocare gravi danni alla salute umana, porta con sé conseguenze che rilevano per l’intero comparto agroalimentare italiano: il mondo veterinario, l’export, i lavoratori del settore.
I vari Dicasteri interessati si stanno attivando per garantire la maggior trasparenza possibile per quel che concerne i comportamenti da tenere, le attività autorizzate e la lotta alle fake news..
Per la gestione dell’emergenza nell’ambito della sanità pubblica veterinaria e della sicurezza alimentare, il Ministero della Salute ha diffuso un documento indicante i provvedimenti da attuare a tutela di allevatori, operatori del settore e veterinari. Lo scopo è quello di garantire, nei territori sottoposti a restrizione, l’approvvigionamento di derrate alimentari nonché la movimentazione degli animali.
Per prima cosa, la circolare del Ministero precisa che non vi sono al momento evidenze scientifiche della trasmissione del virus dagli animali all’uomo o attraverso gli alimenti.
Il documento continua poi elencando, in maniera molto specifica:
- Le attività veterinarie che possono/non possono essere differite;
- Le attività produttive e zootecniche che possono/non possono essere differite;
- Gestione delle movimentazioni animali.
In un comunicato stampa, il Mipaaf chiarisce che i prodotti agroalimentari possono entrare e uscire dai territori interessati. “L’attività degli operatori addetti al trasporto è un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può entrare ed uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno di essi, limitatamente all’esigenza di consegna o prelievo degli stessi prodotti.”
Nessuna necessità di effettuare l’assalto al supermercato, nel più classico stile western.
Il coronavirus però spaventa gli autotrasportatori stranieri, che non vogliono entrare in Italia per paura del virus e per timore di restare bloccati sul territorio nazionale dalle misure anti Covid-19. In un paese come l’Italia dove l’88% dei trasporti commerciali avviene su gomma, precisa la Coldiretti, la paura che blocca i Tir rischia di paralizzare l’intera filiera agroalimentare che vale il 25% del Pil nazionale e che nel 2019 ha fatto segnare uno storico record delle esportazioni con 44,6 miliardi di euro.
Per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale, Coldiretti ha avviato la campagna #MangiaItaliano, in Italia e all’estero, per salvare la reputazione del Made in Italy: in alcuni Paesi, denuncia la Coldiretti, vengono addirittura chieste insensate certificazioni sanitarie “virus free”.
È bene ribadire che non vi sono prove che il cibo sia fonte o via di trasmissione del coronavirus, come ha affermato anche l’Efsa in un recente comunicato.
Per fronteggiare le criticità vissute dal settore in seguito all’emergenza corona virus, su sollecitazione di imprese agricole, associazioni di categoria, rappresentanti dei lavoratori e Regioni, dal Mipaaf è stata inviata alla Commissione Agricoltura dell’Unione Europea una richiesta finalizzata a: posticipare di un mese le scadenze per le domande PAC; prorogare al 15 ottobre alcune scadenze relative ai pagamenti diretti e al 31 dicembre i pagamenti delle misure a superficie dei Programmi di Sviluppo Rurale Regionali; prorogare l’attuazione dei programmi di promozione e dei programmi di sostegno delle OCM (organizzazioni comuni di mercato).
Nel testo si evidenziano, puntualmente, le difficoltà vissute dal settore in queste settimane, fra cui: logistica e trasporti, anche verso Paesi extra-Ue; difficoltà nell’attuazione dei programmi di promozione ed informazione dei settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olio di oliva, frutta e latte.
Numerose anche le manifestazioni pubbliche dedicate al food rinviate.
La 54esima edizione del Vinitaly (Verona) è stata posticipata di due mesi: avrà luogo dal 14 al 17 giugno. Slittano a settembre anche Cibus, l’appuntamento annuale di Parma con il meglio dell’agroalimentare Made in Italy (dal 1° al 4), e MacFrut, l’appuntamento fieristico italiano di riferimento per il comparto ortofrutticolo che si svolge a Cesena (dall’8 al 10).
Martina Novelli
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