Nuova Direttiva sull’acqua potabile: no a plastica, sprechi e contaminanti


Aggiornamento degli standard qualitativi – chimici e microbiologici – e spinta all’uso dell’acqua di rubinetto per ridurre l’uso della plastica.

Il 12 gennaio 2021 è entrata in vigore la Direttiva (UE) 2020/2184 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano [1]. Obiettivi principali della normativa sono la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque potabili e il ripristino della fiducia dei cittadini nell’acqua del rubinetto al fine di limitare i rifiuti in plastica.

Indice

  1. Una vittoria dei Cittadini Europei: le novità della dir. 2020/2184

  2. La normativa in pillole

  3. Sfida alla plastica e promozione dell’acqua di rubinetto

  4. Meno sprechi e acqua potabile per tutti

Una vittoria dei Cittadini Europei

Il riordino della normativa sull’acqua potabile è frutto dell’iniziativa dei Cittadini Europei Right2Water [2], la quale ha raccolto più di 1,8 milioni di firme ed è la prima cui ha fatto seguito un’effettiva riforma.

A seguito di tale iniziativa, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica ed ha poi effettuato una valutazione circa l’adeguatezza della regolamentazione in vigore, individuando quattro aree suscettibili di miglioramento: l’elenco dei valori di parametro basati sulla qualità; lo scarso ricorso ad un approccio basato sul rischio; le disparità esistenti tra i sistemi di omologazione dei materiali che entrano in contatto con le acque destinate al consumo umano, con tutte le implicazioni di tali disparità per la salute umana; la mancanza di precisione delle disposizioni sulle informazioni da fornire ai consumatori.

Gli Stati membri avranno a disposizione 2 anni per rivedere la propria normativa nazionale in recepimento della Direttiva.

La normativa in pillole

La fissazione di valori di parametro applicabili alle acque destinate al consumo umano dovrebbe essere basata su considerazioni di sanità pubblica e su un metodo di valutazione dei rischi [3]. Si è deciso allora di aggiornare e stringere la soglia per alcuni contaminanti di vecchia conoscenza, come il piombo, e di tenere conto delle microplastiche e delle nuove sostanze inquinanti. Tali sostanze, elencate negli Allegati della Direttiva, in quantità eccessive hanno gravi effetti sulla saluta umana. La Commissione, entro il 2022, redigerà un elenco di sostanze o composti che destano preoccupazioni per la salute presso l’opinione pubblica o la comunità scientifica [4].

Novità rilevante della direttiva è l’approccio al monitoraggio dell’acqua basato sul rischio, vale a dire su un’individuazione dei rischi che copra l’intera catena di approvvigionamento, dal bacino idrografico all’estrazione, al trattamento, allo stoccaggio e alla distribuzione, fino al punto in cui i valori devono essere rispettati (insomma, dalla fonte al rubinetto). La valutazione e gestione del rischio dei bacini idrografici sarà effettuata per la prima volta entro il 12 luglio 2027, mentre quelle del sistema di fornitura e dei sistemi di distribuzione domestici entro il 12 gennaio 2029. Tutte le valutazioni dovranno essere riesaminate ogni sei anni [5].

La natura dei materiali che entrano a contatto con le acque destinate al consumo umano può influire sulla qualità delle stesse, attraverso la migrazione di sostanze potenzialmente nocive che potrebbe aumentare la crescita microbica o alterare il colore, l’odore o il sapore dell’acqua. Spetterà alla Commissione adottare atti di esecuzione volti a stabilire i requisiti minimi di igiene per i materiali destinati ad entrare in contatto con le acque, così da garantire che non arrechino pregiudizio, direttamente o indirettamente, alla salute umana [6].

Al fine di migliorare la comunicazione ai cittadini, la direttiva prevede che i consumatori ricevano una serie di informazioni (dati su prezzo dell’acqua destinata al consumo umano, volume consumato dal nucleo familiare, tendenze del consumo annuo e confronto con il consumo medio di un nucleo familiare), magari attraverso la propria bolletta o in via digitale [7].

Sfida alla plastica

La normativa intende anche sostenere, attraverso vari strumenti e regole, un minore consumo dell’acqua in bottiglia così da avere una riduzione dei contenitori in plastica. Le bottiglie monouso, infatti, sono fra i rifiuti più comuni che si trovano sulle spiagge europee.

Per promuovere l’uso dell’acqua di rubinetto, la direttiva chiede agli Stati membri di sensibilizzare i cittadini, incentivare l’uso di distributori d’acqua potabile nelle pubbliche amministrazioni e negli edifici pubblici, incoraggiare la messa a disposizione di tale acqua a titolo gratuito (o a prezzi modici) ai clienti di ristoranti, mense e servizi di ristorazione.

Meno sprechi e acqua potabile per tutti

Un ultimo aspetto evidenziato è la generale mancanza di sensibilizzazione riguardo alle perdite di acqua, dovute a insufficienti investimenti nella manutenzione delle infrastrutture idriche: gli Stati membri devono provvedere affinché sia effettuata una valutazione dei livelli delle perdite di acqua nel loro territorio e dei potenziali miglioramenti in termini di riduzione delle stesse [8].

Problema a sé stante è invece il mancato accesso all’acqua potabile per una parte della popolazione, in particolare i gruppi emarginati: fornire tale accesso costituisce un impegno assunto ai sensi dell’obiettivo 6 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dalle Nazioni Unite, contenuti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo. A questo riguardo, la direttiva chiede agli Stati membri di valutare le possibilità di migliorare l’accesso all’acqua di dette persone, informandole sulle possibilità dell’allacciamento alla rete di distribuzione o su modi alternativi di accesso, e di adottare le misure che ritengono necessarie e adeguate ad ovviare al problema [9].

                                                                                                                                                             Martina Novelli

Note:

[1] Direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2020 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano (rifusione)

[2] Right2Water, “Water and sanitation are a human right!”

[3] Considerando 10 della direttiva 2020/2184

[4] art. 13

[5] art. 7

[6] art. 11

[7] art. 17

[8] art. 4

[9] art. 16

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