Pesticidi e standard di sicurezza alimentare: qualche riflessione – Parte prima
Questo blog cresce, e si internazionalizza.
Da oggi inizia inizia a collaborare con Cibo Diritto Karolina Pruchniewicz, avvocata polacca esperta di diritto alimentare internazionale.
Il suo primo post è dedicato a un tema cui questo blog è particolarmente sensibile e lei si presenta così:
Karolina Pruchniewicz è una ricercatrice in diritto alimentare internazionale e diritti umani specializzata in sostenibilità.
Attualmente sta conducendo la ricerca come visiting PhD student, sotto la tutela di Chiara Macchi, dottore di ricerca del gruppo giuridico presso la Wageningen University&Research (Paesi Bassi) preparandosi a sostenere la sua tesi di dottorato (2021) sulla sovranità alimentare e il diritto al cibo nel Dipartimento di Diritto Internazionale del università di Cracovia.
Nel 2020 ha completato il corso post-laurea Participatory Plant Breeding & Resilient Seed Systems presso la Graduate School for Production Ecology & Resource Conservation (Paesi Bassi).
Collabora con l’area del diritto agroalimentare dell’Università degli Studi di Palermo – Dipartimento di Giurisprudenza come membro del team di ricerca del progetto scientifico “Dairability” – Horizon 2020 (coordinatore prof. Giuseppina Pisciotta Tosini).
Da Aprile 2020 è Senior Lawyer presso lo Studio Legale RPMS Staniszewski & Partners a Poznan (membro della Camera d’affari Polacca in Italia), responsabile del dipartimento internazionale e agroalimentare.
Dal 2019 è Presidente della associazione internazionale ambientale – we&waste EnvironMENTALism.
E’ consulente dell’Innovatore Regionale dell’Industria Alimentare di Poznań.
Dal 2014 collabora con lo Studio Legale de Capoa&Associati di Bologna.
Siamo lieti di averla come nostra compagna di viaggio e le auguriamo buon lavoro con Cibo Diritto.
Le differenze nei livelli massimi di residui di pesticidi sono state un tema frequente nel diritto internazionale, europeo e in quelli nazionali negli ultimi anni.
Le questioni relative agli standard di sicurezza alimentare attuali coinvolgono molti campi scientifici e comportano molti dubbi, ma prima di tutto l’ansia tra i consumatori, per i quali gli aspetti sanitari sono sempre più importanti e la loro consapevolezza ambientale cresce sempre più. A seguire, alcune riflessioni sugli standard di sicurezza alimentare, in particolare la risposta alla domanda: da dove vengono queste differenze?
Indice
I pesticidi – la differenza tra il rischio e il pericolo
Gli LMR – aspetti legali europei
Gli CXL – diritto internazionale
1. I pesticidi – la differenza tra il rischio e il pericolo
I pesticidi sono composti chimici pericolosi a causa dei loro effetti a lungo termine, della loro tossicità per gli organismi viventi e del problema della loro degradazione. L’uso eccessivo di pesticidi causa problemi in una prospettiva globale, come l’aumento della resistenza di parassiti e piante infestanti fastidiose.
La questione dell’accettabilità dei pesticidi è un argomento molto complicato a causa dei molti aspetti che devono essere presi in considerazione quando le sostanze vengono immesse sul mercato, e anche controverso a causa di considerazioni politiche e commerciali.
Parlando dei prodotti fitosanitari, è importante sottolineare la distinzione tra le categorie di rischio e pericolo utilizzate nei regolamenti.
Quindi, per essere autorizzati i prodotti fitosanitari devono essere sottoposti o a una valutazione del rischio o non essere considerati pericolosi sulla base degli studi disponibili.
La valutazione del rischio è un processo basato sulla scienza che consiste in quattro fasi: identificazione del pericolo, caratterizzazione del pericolo, valutazione dell’esposizione e caratterizzazione del rischio. I criteri di “cut-off” basati sul rischio, invece, sono stati stabiliti per le sostanze che si sono dimostrate troppo pericolose (sostanze chimiche cancerogene, mutagene e tossiche [CMR] o interferenti endocrini) per essere utilizzate negli alimenti sulla base della loro classificazione, ai sensi del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari. Queste sostanze chimiche devono quindi essere vietate perché gli studi scientifici hanno dimostrato che non hanno un livello di esposizione sicuro.
2. Gli LMR – aspetti legali
Gli LMR (livelli massimi di residui) sono soglie legalmente vincolanti per il contenuto massimo di residui di pesticidi adottate dalla legislazione europea e direttamente applicabili in tutta l’Unione europea sulla base del regolamento del PE e del Consiglio (CE) n. 396/2005 del 23 febbraio 2005 sui livelli massimi di residui di pesticidi nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale.
All’interno dell’Unione europea, le sostanze chimiche utilizzate nella produzione di alimenti sono soggette a procedure di autorizzazione per l’immissione sul mercato comune. Le autorizzazioni sono concesse per garantire la conformità ai requisiti della legislazione alimentare dell’UE, compresa la sicurezza alimentare.
Tuttavia, bisogna tener presente che le sostanze autorizzate nell’UE rappresentano solo una frazione del totale dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura in tutto il mondo. Ci sono chiare differenze tra i sistemi di regolamentazione dell’UE e di altri paesi. Questo incoraggia la pressione dei singoli paesi per ridurre queste differenze. Questo può essere visto, per esempio, nel numero crescente di richieste di approvazione di nuove sostanze ogni anno.
3. Gli CXL – diritto internazionale
A livello internazionale, i livelli di residui sono regolati dalle norme del Codex Alimentarius che stabiliscono standard separati noti come gli CXL, che sono spesso più liberali di quelli dell’Unione Europea per facilitare il commercio internazionale. Vale la pena notare che le sostanze tossiche da tempo vietate in Europa, come il DDT e il paraquat, sono ancora sulla lista degli CXL.
Un rapporto del 2015 presentato dal Center for International Environmental Law ha elencato 82 pesticidi che sono vietati nell’Unione europea ma permessi negli Stati Uniti, che rappresentano più del 25 per cento dei prodotti per la protezione delle colture utilizzati lì, tra cui l’erbicida atrazina e i beekiller clothianidin, thiamethoxam e – soprattutto – imidacloprid. La professoressa Larissa Bombardi dell’Università di San Paolo ha pubblicato un documento scientifico che dimostra che dei 504 principi attivi dei pesticidi autorizzati in Brasile, 149 sono vietati nell’Unione Europea.
Il seguito nella seconda parte di questo articolo
Karolina Pruchniewicz
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