Pesticidi: la Corte di Giustizia Europea conferma il divieto salva api


Importante sentenza della Corte di Strasburgo su principio di precauzione, incertezza scientifica, utilizzo sostenibile dei pesticidi. Respinto il ricorso Bayer.

Le disposizioni del regolamento n. 1107/2009, che sono fondate sul principio di precauzione, non impediscono alla Commissione di applicare tale principio qualora vi sia un’incertezza scientifica quanto ai rischi per la salute umana o degli animali o per l’ambiente rappresentati dalle sostanze attive oggetto di un riesame a norma dell’articolo 21 del regolamento n. 1107/2009.

Tale principio implica, come ricordato al punto 80 della presente sentenza, che, qualora sussistano incertezze riguardo all’esistenza o alla portata di rischi, in particolare per l’ambiente, possono essere adottate misure protettive senza dover attendere che l’effettività e la gravità di tali rischi siano pienamente dimostrate. Qualora risulti impossibile determinare con certezza l’esistenza o la portata del rischio asserito, a causa della natura inconcludente dei risultati degli studi condotti, ma persista la probabilità di un danno reale per l’ambiente nell’ipotesi in cui il rischio si realizzasse, il principio di precauzione giustifica l’adozione di misure restrittive. In tale contesto, conformemente al regolamento n. 1107/2009, la Commissione non è soggetta a un requisito probatorio più elevato per le sostanze attive già approvate rispetto a quelle non approvate.

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Il principio di precauzione non esige che le misure adottate ai sensi dell’articolo 21, paragrafo 3, del regolamento n. 1107/2009 siano differite per il solo motivo che sono in corso studi idonei a rimettere in discussione i dati scientifici e tecnici disponibili. Infatti, come correttamente constatato dal Tribunale al punto 116 della sentenza impugnata, il contesto dell’applicazione del principio di precauzione corrisponde, per ipotesi, a un ambito di incertezza scientifica.

Sono alcuni dei passaggi più emblematici della recentissima sentenza – emessa meno di un mese fa, qualche giorno prima della giornata mondiale della api (ma non se ne sono accorti in tanti, della coincidenza) – con cui la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato il divieto parziale nel blocco di tre pesticidi nocivi per le api, proibendone l’uso su alcune colture.

La Corte europea ha rigettato il ricorso di Bayer contro una sentenza del 2018 del Tribunale dell’Unione Europea che confermava il provvedimento di divieto adottato dalla Commissione Ue, con un regolamento, nel 2013.

La sentenza riguarda tre principi attivi: l’imidacloprid, sviluppato da Bayer CropScience, il clothianidin, sviluppato da Takeda Chemical Industries e Bayer CropScience, e il tiametossam, di Syngenta.

Una domanda sorge spontanea: e se, oltre al tormentone biodinamico, nei tanti commenti e dibattiti, più o meno profondi, di questi giorni sull’agricoltura biologica – in particolare sul disegno di legge approvato qualche giorno fa dal Senato – si provasse a dedicare qualche riflessione anche a questioni come quelle che pone una sentenza come questa?

Noi proveremo a farlo con i discussori della tavola rotonda digitale “Il biologico come sistema”, organizzata da Cibo Diritto, per l’11 giugno prossimo, alle 18.30, sulla piattaforma Zoom (previa iscrizione inviando mail a palmi.ius@avvstefanopalmisano.it) e sulla pagina Facebook di Cibo Diritto.

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