L’Italia non è più in lockdown, eppure la corsa all’acquisto di lieviti e farine pare non arrestarsi.

Secondo i dati della società di ricerca Nielsen, infatti, gli acquisti di lievito di birra e di farina segnano rispettivamente un +59% e un +36%, mentre le basi per pizza vedono un incremento del 17%.

Un inutile “assalto ai forni” (per citare Manzoni), dal momento che la filiera reggerà perfettamente e che “non c’è penuria di nessun prodotto”, come dichiarato da Giorgio Santambrogio, amministratore delegato del gruppo GDO Végé. Sulla medesima scia si colloca l’Italmopa (l’Associazione dell’industria molitoria in Italia) che tranquillizza i consumatori: “nel corso delle prossime settimane”, si legge in un comunicato stampa, “ai canali della distribuzione continuerà a essere sempre garantito il corretto approvvigionamento di farine e semole, senza subire rallentamenti o interruzioni”.

Evitare dunque ogni forma di accaparramento e “privilegiare una scelta razionale, piuttosto che emotiva, relativamente ai propri acquisti di beni alimentari di prima necessità”.

È doveroso sottolineare, comunque, come negli ultimi mesi le quotazioni del frumento di grano tenero abbiano registrato incrementi rilevanti. Sempre Italmopa, in un altro comunicato stampa, informa che i prezzi della materia prima, in funzione della tipologia e dell’origine del prodotto, hanno subito aumenti tra il 15% e il 30% rispetto al mese di luglio. Aumenti che “non potranno essere totalmente assorbiti dalla sola Industria molitoria”.

Con l’auspicio che questi rialzi non ricadano in maniera eccessiva sul consumatore finale, ci uniamo all’appello di evitare di fare incetta di sfarinati e lieviti ed invitiamo invece i nostri lettori-consumatori ad informarsi circa la qualità di ciò che comprano: acquistare consapevolmente è sempre la scelta più conveniente. Un piccolo vademecum sulle farine potete trovarlo qui nel blog (Parte prima e Parte seconda).

Martina Novelli