Rifiuti marini e ruolo della pesca: novità dal Parlamento Europeo


In una recente risoluzione, Strasburgo analizza il “marine litter” e propone ipotesi di riforme normative per contrastare il fenomeno, a partire dall’economia circolare

Indice

1) Le basi della risoluzione

2) L’economia circolare per vincere la sfida globale

1) Le basi della risoluzione

Considerando che l’oceano è uno, globale e continuo il cui buono stato ecologico è essenziale per garantire la sua resilienza e il mantenimento dei suoi servizi ecosistemici, come l’assorbimento di CO2 e la produzione di ossigeno, e che l’alterazione degli ecosistemi marini e costieri potrebbe indebolire la sua funzione di regolazione climatica; che i rifiuti marini rappresentano una minaccia per il futuro del settore della pesca in generale, in quanto solo un ambiente costiero e marino pulito, sano, produttivo e biologicamente ricco può soddisfare le esigenze a lungo termine della collettività e, in particolare, dei pescatori, dei molluschicoltori e delle comunità di pescatori.

Considerando che i rifiuti marini rappresentano una sfida globale in quanto non conoscono frontiere e sono trasportati da correnti e vento su lunghe distanze in tutto il mondo, interessando aree e settori che sono lontani dal loro punto di origine e che non sono responsabili della loro produzione; che nel mondo molti rifiuti vengono ancora scaricati direttamente in mare; che occorre promuovere un approccio sistemico all’inquinamento marino sostenendo azioni a tutti i livelli, da quello locale a quello internazionale…”

Sono due dei primi “considerando”, le premesse fattuali, di una recente risoluzione del Parlamento Europeo sugli effetti dei rifiuti marini sulla pesca.

2) L’economia circolare per vincere la sfida globale

Uno delle parti più interessanti del lungo pronunciamento dell’Assemblea di Strasburgo è quella dedicata alla necessità di “accelerare lo sviluppo dell’economia circolare nel settore della pesca e dell’acquacoltura.”

Nel perseguimento di questa finalità, che si inquadra perfettamente nei più ampi obiettivi dell’UE in questa fondamentale materia, si insiste soprattutto “sull’importanza, in un’ottica di economia circolare degli attrezzi da pesca, di coinvolgere pienamente i pescatori, la pesca e il settore dell’acquacoltura nel suo complesso.”

Il senso è chiaro: una “sfida globale” come questa non la si può vincere senza la piena e responsabile partecipazione dei principali protagonisti della partita.

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