Rinnovo ex lege di concessioni sul demanio marittimo e diritto unionale: problemi di compatibilità


“In tema di reati previsti dal codice della navigazione, deve essere disapplicata la normativa di cui all’art. 24, comma 3-septies , d.l. 24 giugno 2016, n. 113, conv. in I. 7 agosto 2016, n. 160, in quanto la stessa, stabilizzando gli effetti della proroga automatica delle concessioni demaniali marittime prevista dall’art. 1, comma 18 , d.l. 30 dicembre 2009, n. 194, conv. in legge 26 febbraio 2010, n. 25, contrasta con l’art. 12, par. 1 e 2, della direttiva 2006/123/CE del 12 dicembre 2006 (c.d. direttiva Bolkestein) e, comunque, con l’articolo 49 TFUE (Cassazione penale, sezione II, sentenza 15 giugno 2020, n. 18200)”.

Interessante sentenza della Suprema Corte, specie in questa stagione, che pone dei paletti rigorosi in tema di abusiva occupazione di spazio demaniale marittimo.

Con riferimento particolare al rapporto tra proroga di concessioni nazionali e diritto UE, a partire dallo stesso Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

Un rapporto parecchio complicato, a quanto pare.

I gestori di lidi e affini prendano buona nota.

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