Rogor, tutela penale dell’ambiente, getto pericoloso di cose – Ultime dalla Cassazione
Il Rogor, celeberrimo insetticida feticcio di generazioni di agricoltori, va usato con particolare cautela.
Perché contiene dimetotato, sostanza neurotossica, nociva per l’uomo per ingestione, inalazione e contatto con la pelle.
Utilizzarlo senza rispettare scrupolosamente le limitazioni d’uso previste dalla normativa può provocare a chi lo usa vari tipi di effetti nocivi: anche di natura penale.
Lo ha affermato la Corte di Cassazione in una recentissima sentenza con cui ha confermato la condanna di un agricoltore campano che aveva irrorato i suoi alberi di noce con questo prodotto, provocando emissioni nocive per la salute dei vicini.
E’ stato condannato per getto pericoloso di cose.
Si tratta di una sentenza importante soprattutto per una ragione: a fronte di una normativa di settore che presenta vuoti di tutela desolanti, nonché di un legislatore che non brilla per sensibilità al tema, il nostro ordinamento penale offre strumenti generali – pur parziali – di tutela dell’ambiente e della vita salubre delle persone contro le aggressioni da pesticidi e sostanze affini.
E la giurisprudenza se ne fa garante.
Data la diffusione di questo fenomeno, sia nelle campagne che ormai anche nelle città, non è notizia da poco.
Potrebbe indicarmi il numero e la data della sentenza della Cassazione riferita nell’articolo?
Grazie e distinti saluti,
Giuseppe Grande
Tel 0968-411860
La sentenza è questa: Cass. pen. Sez. III, Sent., (ud. 07-07-2020) 16-07-2020, n. 21175. Cordialità.
Gentile Avvocato La ringrazio della risposta.
Resto a Sua disposizione per qualsivoglia parere tecnico (gratuito) relativo all’Aerodinamica delle derive che sono nocive indifferentemente dalla direzione del vento laddove esista una abitazione da tutelare con residenti Gruppi Vulnerabili.
ing. Giuseppe Grande
Grazie a Lei, dell’attenzione e della disponibilità, caro Ingegnere. La questione delle derive è una delle più nevralgiche in tutta la materia dei pesticidi. Anche per questo avrebbe dovuto essere in cima all’attenzione del Piano d’azione nazionale. Il problema, però, è che oggi anzitutto bisognerebbe ritrovarlo, il Pan, dato che si è ormai dissolto. Forse in una nube di pesticidi.