Chi ha paura dei sottoprodotti?


Nella Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, due esempi di legislazione virtuosa per un modello produttivo sostenibile. E gli ostacoli che incontrano

Indice

1) Rifiuti: la regola delle “3R”

2) I sottoprodotti

3) I concimi organici e riciclati

1) Rifiuti: la regola delle “3R”

E’ la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, iniziativa benemerita che tende ad accrescere la sensibilità su un tema ambientalmente nevralgico come la corretta gestione dei rifiuti, all’insegna delle “3 R”, in ordine decrescente di importanza: riduzione, riutilizzo e riciclo. Quest’anno, in particolare, l’obiettivo della riduzione si inquadra – e non potrebbe essere altrimenti – nel più complessivo e pregnante discorso dell’economia circolare. E, in questo ambito, sottoprodotti e concimi costituiscono due esempi di quella che è, ormai chiaramente, la strada europea per l’economia circolare.

Due esempi di grande impatto materiale e di notevole importanza simbolica. Anche per gli ostacoli che stanno incontrando.

2) I sottoprodotti

I sottoprodotti sono i residui di produzione (anche di natura alimentare, pur se con una disciplina ad hoc) che, a certe condizioni previste dal cosiddetto Testo Unico Ambientale, possono diventare oggetto di nuova e utile vita produttiva; rimanendo così fuori dal circuito dei rifiuti e contribuendo, quindi, in modo significativo alla riduzione degli stessi.

Ma tocca fare subito un’annotazione: in materia di sottoprodotti – ma più in generale in materia di rifiuti e di tutela dell’ambiente – è doverosa la massima attenzione e vigilanza perché qualche soggetto poco raccomandabile investito di responsabilità aziendali non sfrutti quello che è un istituto emblematicamente virtuoso dell’economia circolare per eludere la normativa e gli obblighi – fondamentali per la tutela dell’ambiente della salute pubblica – in materia di gestione dei rifiuti stessi. Ipotesi tutt’altro che teorica, peraltro, specie in questo paese.

Fatta questa precisazione, però, risulta singolare l’atteggiamento di indiscriminato “sospetto” che sembra regnare sui sottoprodotti e sugli imprenditori che li lavorano, sia in ambito giurisprudenziale che normativo.

Si pensi, per tutti, al Decreto 264\2016 che, nelle intenzioni del legislatore, avrebbe dovuto esplicitare “criteri qualitativi o quantitativi da soddisfare affinché specifiche tipologie di sostanze o oggetti siano considerati sottoprodotti e non rifiuti garantendo un elevato livello di protezione dell’ambiente e della salute umana favorendo, altresì, l’utilizzazione attenta e razionale delle risorse naturali”.

Decreto che, invece, ha rischiato (e rischia) di diventare una vera e propria gabbia per tutti quegli operatori che vorrebbero sfruttare seriamente l’enorme possibilità di risparmio di risorse e di sostenibilità ambientale costituita da questa legislazione, ma che poi, pur di non sottoporsi alle forche caudine delle disposizioni ministeriali – con i correlativi rischi di sanzioni amministrative e soprattutto penali che ne conseguono – possono finire per rinunciare a questa opportunità produttiva, con effetti economici ed ecologici assai poco commendevoli per tutta la collettività.

3) I concimi organici e riciclati

La promozione di un maggiore utilizzo di nutrienti riciclati contribuirebbe ulteriormente allo sviluppo dell’economia circolare e consentirebbe un utilizzo generale dei nutrienti più efficiente sotto il profilo delle risorse, riducendo nel contempo la dipendenza dell’Unione dai nutrienti provenienti da paesi terzi.

Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale “includere i materiali riciclati e organici”.

Così si legge nel nuovo regolamento dell’Unione Europea sui fertilizzanti, che entrerà in vigore nel luglio del 2022, fra pochi mesi.

Anche in questo caso, ci troviamo in presenza di un’innovazione legislativa di grande portata, in un settore cruciale della produzione agroalimentare, tutta protesa a favorirne la riconversione circolare e a renderla, quindi, complessivamente più sostenibile.

Neanche qui, peraltro, mancano le incognite su alcuni aspetti specifici di una normativa che cambierà il volto della regolamentazione dei concimi e che, quindi, è attesa alla prova del fuoco dell’entrata in vigore.

Ma pure in questa materia le opportunità e i benefici, per l’economia del settore e per l’ambiente, potrebbero essere di gran lunga superiori alle incognite e ai rischi.

La strada è ancora lunga e irta di ostacoli, ma la direzione di marcia pare quella giusta.

La Settimana europea per la riduzione dei rifiuti pare una buona occasione per ricordarlo.

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