Viaggio nell’Europa del vino: storia e tradizioni della Mosella lussemburghese
Paese che vai, vino che trovi. Ogni vino, anzi, ogni vigneto, è unico al mondo. La terra, l’aria, l’altitudine, il clima, sono solo alcuni degli elementi distintivi che contribuiscono alla caratterizzazione di questa bevanda.
Qui tratteremo, in breve, di un suggestivo ambiente propizio alla nascita del vino: la Valle della Mosella, specificamente della sua parte lussemburghese.
La Valle della Mosella si estende, lungo il fiume omonimo, su Francia, Germania e, appunto, Lussemburgo. Il fiume Mosella è uno dei principali corsi d’acqua del Granducato: lo attraversa per 42 chilometri e vi forma una frontiera naturale con la Germania.
La Mosella presta il suo nome a una delle più belle valli del Lussemburgo. Protetta dai venti e con un clima relativamente mite, è una regione dalla lunga tradizione vinicola: i Galli prima ed i Romani poi hanno coltivato la vite in questo territorio fatto di colline e dolci pendii.
Si contano nove vitigni tipici: Elbling, Rivaner, Auxerrois, Pinot Gris, Pinot Blanc, Pinot Noir, Riesling, Chardonnay e Gewürztraminer. Consistente è anche la produzione di spumanti, fra cui i prestigiosi Crémants, che per foggiarsi di tale nome debbono rispettare precisi requisiti.
Esistono diversi modi di omaggiare vino e vigneti. I Festival del vin, ad esempio, sono eventi che si svolgono generalmente in primavera, in cantine o locali all’aperto, il cui scopo principale è far conoscere al pubblico il prodotto di una determinata Cantina.
I Festival dell’uva, invece, si tengono per lo più ad ottobre, come ringraziamento per la buona vendemmia. Sono vere e proprie sagre, dall’origine antica, con radici nella tradizione contadina. Fra queste può essere ricompresa la Hunnefeier, celebrata in questi giorni a Schengen.
Schengen è una cittadina del Lussemburgo sud-orientale, in prossimità del punto di confine con Francia e Germania. Deve la sua notorietà allo storico accordo del 1985 sul superamento delle barriere alle frontiere, (l’Accordo di Schengen), successivamente integrato nel quadro istituzionale e giuridico dell’Unione europea.
In questo piccolo comune sulle rive della Mosella, dal 2008, ogni terza domenica di ottobre prende nuovamente vita la Hunnefeier, che rivisita la tradizionale festa di fine vendemmia.
Hunnefeier significa “festa del gallo”. In queste zone, anticamente, l’ultimo giorno di vendemmia era usanza legare un gallo vivo al termine dei filari di viti, come premio per il lavoratore che per primo terminava di raccogliere l’uva.
Ai giorni nostri, la Festa è inaugurata da una Messa, durante la quale viene impartita la benedizione al nuovo vino. Seguono sfilate in abiti tradizionali, mostre agricole e, ovviamente, numerosi stand dove degustare i vini della Mosella lussemburghese.
Fra musica, artisti di strada, stand artigiani, mostre di vecchi trattori ed esposizioni di galli (sì, ci sono anche loro!) la sete si fa sentire: perché non concedersi allora un bicchiere di Fiederwäissen?
Il Fiederwäissen, specialità della Festa, è un vino fresco fatto di uve vendemmiate precocemente e fermentato solo per un paio di settimane. Il suo nome significa “piuma bianca”, per via del suo aspetto lattiginoso (non viene filtrato), del suo colore chiaro e del suo sapore dolce. Leggermente frizzante, ha un contenuto alcolico che oscilla fra i 9 ed i 10 gradi. Il breve periodo di fermentazione rende la bevanda molto fruttata, con una punta di acidità che contribuisce al suo effetto rinfrescante. Si conserva poco, a causa della sua fermentazione non ultimata, e può essere assaporato soltanto una volta all’anno, nel periodo della vendemmia.
Il breve periodo di commercializzazione allontana il Fiederwäissen dal consumismo contemporaneo, avvicinandolo al ritmo lento dei tempi antichi, quando potevi trovare un gallo accanto a un filare, nella tenue luce d’ottobre di un villaggio sulle rive della Mosella.
In alto i calici! Alla salute delle tradizioni, del buon vino… e dei galli lussemburghesi!
Martina Novelli
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