Qualche giorno fa ricordavamo la presa di posizione, pressoché liquidatoria, dello scorso settembre della DG AGRI sull’uso del termine naturale per i vini.

Oggi dalle parti della Commissione Europea arrivano nuove dichiarazioni sul tema – precisamente dalla Commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides – in risposta alla sollecitazione di vari eurodeputati alla stessa Commissione ad attivarsi a tutela di una corretta informazione del consumatore nel quadro delle future iniziative rientranti nella Strategia From Farm to Fork.

Kyriakides ha affermato che la Commissione non considera il termine “naturale” né un’indicazione nutrizionale, né un’indicazione sulla salute ai sensi del reg. CE n. 1924/2006. Al contrario, secondo Kyriakides il termine rientra nel campo delle informazioni volontarie al consumatore disciplinate dall’art. 36 del reg. UE n. 1169/2011. In quanto tale, l’informazione in esame deve essere veritiera, documentabile e non ingannevole per il consumatore, sulla base dell’art. 7 del medesimo regolamento.

Per queste ragioni, la Commissione non reputa al momento necessario adottare una definizione europea del termine “naturale”: a tal fine, sarebbe più che sufficiente il quadro normativo costituito dal su citato regolamento sulle informazioni ai consumatori.

La conclusione del ragionamento della Commissaria Europea conduce a una sostanziale affermazione di difetto di competenza dell’Esecutivo unionale in questa materia, con conseguente investitura degli Stati membri: al pari di ogni altra informazione volontaria al consumatore, l’ammissibilità e liceità dell’uso del termine “naturale” nell’etichettatura e presentazione di un prodotto alimentare devono essere accertate, di volta in volta, dalle Autorità nazionali.

Sarà un ottimo spunto di discussione nel webtalk di domani, 9 aprile, alle 18.30, organizzato da Cibo Diritto proprio sulla regolamentazione del vino naturale.

Ci aggiorniamo a domani.